Un viaggio musicale che mira a “riscoprire” e “reinventare” alcune delle pagine più celebri del grande “Poeta della musica” C.A.Jobim.

Dopo decenni di saccheggio delle melodie del repertorio classico per farne degli hit commerciali o dei jingle televisivi, questa volta le posizioni si invertono. E tocca ad Antonio Carlos Jobim, padre fondatore della bossa nova, fornire le sue intramontabili canzoni al sapore di Bahia, che con gli arrangiamenti di Valter Sivilotti diventano ora delle suadenti miniature per sax, quartetto d’archi e percussioni (per non dire della fisarmonica, che compare solo qua e là: la suona, con l’estrosità che sempre lo contraddistingue, Simone Zanchini). Il disco, che si intitola East Travel (etichetta Stradivarius), è co-firmato dall’Arkè String Quartet e dal sassofonista Mario Marzi,

il solista di riferimento per tutte le compagini del teatro della Scala di Milano, dalla Filarmonica ai gruppi da camera. Ne fuoriesce una musica aristocratica, esotica e popolare al contempo. Nella nuova veste strumentale i sapori etnici sono particolarmente accentuati, con un notevole ribaltamento di prospettiva geografica, i ritmi e le melodie brasiliane prendono qui fogge mediorientali, accentuate dal suono delle tabla, che sono più spesso nelle mani di Federico Sanesi, ma in alcuni brani anche del guru di questo strumento: Trilok Gurtu.

 

Mario Marzi – Sax

Federico Sanesi – tabla, percussion

Arkè String Quartet

 

Special guests:

Trilok Gurtu – tabla, percussion

Simone Zanchini – accordion