La voce di Giò Di Tonno, l’orchestrazione e la direzione di Valter Sivilotti e la regia di Marco Caronna, presentano un modo nuovo di fare concerto…
…capita, a volte, di viaggiare di notte, in un qualsiasi posto del mondo, con la radio accesa.
Capita di fermarsi ad ascoltare le voci di gente che ci sembra di conoscere…
Capita che una di queste voci sia quella di Giò Di Tonno, e capita che il suddetto Giò sia completamente libero… libero di andare con la voce dove vuole e capita che lo speaker della radio, Marco Caronna, sia uno stralunato affabulatore che guarda più a Bogossian o a Lenny Bruce che ai venditori di musica… E che non si capisca mai bene dove voglia andare a parare…
Capita, come solo in quel territorio che non si sa se appartiene ai sogni o alla realtà può capitare, che in questo studio di specchi deformanti, ci sia anche una orchestra… Venti persone che appaiono e scompaiono, proprio come nei sogni… Anche loro liberi… Liberi di viaggiare da “Notre Dame de Paris” ai “Promessi Sposi”… Dai francesi alla canzone d’autore… Quello che Giò ha respirato e quello che ha scritto nel suo cammino di musico.
Capita che vada quindi in scena un canovaccio d’autore… Con l’attenzione al racconto e allo sberleffo… Parole e musica che seguono lo spartito, sempre pronte però ad andare dove un programma radiofonico, in una notte qualunque, in un posto qualunque, deve essere sempre libero di andare…